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Umbria, il caso Fentanyl Perugia fa scattare l'allarme nazionale. Cervello in tilt e rischio morte

ALLARME FENTANYL

L'hanno chiamata la droga degli zombie ed ora l'allarme partito da Perugia investe tutto il Paese. La sostanza, il Fentanyl, trasforma in veri e propri morti viventi. Un uomo di 40 anni è stato trovato in una stanza d'albergo, sconnesso dal mondo, incapace di rispondere alle domande, di eseguire semplici comandi. Una condizione causata proprio dall'inalazione di Fentanyl. E' un potente oppioide sintetico che negli Stati Uniti è ritenuto responsabile di un alto numero di overdose. Nei giorni scorsi è stato rilevato anche in Umbria, a Perugia, tra i componenti di una dose sequestrata. L'allerta in Usa è ormai scattata da tempo e la storia raccontata sulle pagine di Bmj Case Reports, il primo caso di leucoencefalopatia tossica proprio legata al Fentanyl osservato dagli scienziati, solleva ulteriori paure. I medici che hanno portato avanti lo studio, infatti, spiegano che chi sniffa può andare incontro a conseguenze gravi e durature. L'uomo rinvenuto in hotel era in uno stato non responsivo. La leucoencefalopatia è come un'infiammazione che va a colpire la sostanza bianca del cervello, la rete di fibre nervose che consente lo scambio di informazioni e la comunicazione tra diverse aree dell'organo. Una patologia neurologica improvvisa oppure di lunga durata, già segnalata in passato in relazione all'uso di eroina, in quel caso utilizzata con il metodo chasing the dragon, inseguire il dragone: inalare vapori dell'eroina che viene scaldata su un foglio di alluminio.
IL RISCHIO DI MORTE
Tornando al Fentanyl, i sintomi di chi viene colpito dalla leucoencefalopatia sono cambiamenti neurologici e comportamentali: dalla lieve confusione all'assenza di reattività, ma si arriva anche al coma e alla morte. Tutto è legato all'entità della lesione: alcune persone guariscono completamente, altre peggiorano con il trascorrere dei giorni. Non è chiaro quanto tempo sia rimasto incosciente nella sua stanza l'uomo studiato dagli scienziati. Su un tavolo sono state trovate pillole frantumante e una sostanza bianca. Quando è arrivato in ospedale non era in grado di rispondere, né di eseguire comandi. Reagiva ai dolori causati alle gambe, ma non a quelli alle braccia. E' stata una scansione cerebrale a rivelare l'infiammazione della sostanza bianca, gonfiore e lesioni al cervelletto, la parte del cervello responsabile dell'andatura e dell'equilibrio. Il soggetto, tra l'altro, è risultato negativo all'epilessia. E' stato l'esame delle urine a rivelare un livello molto elevato di Fentanyl che ha suggerito la diagnosi di leucoencefalopatia tossica indotta dall'inalazione dell'oppioide sintetico.
RICOVERO E GUARIGIONE
Dopo diciotto giorni di ospedale l'uomo era ancora a letto. Veniva alimentato attraverso un sondino, aveva bisogno di farmaci per trattare l'incontinenza urinaria, il danno ai reni, i deterioramenti cognitivi, l'astinenza da oppioidi, il dolore, la polmonite e l'agitazione. E' stato dimesso dopo 26 giorni di ricovero, inviato in una struttura riabilitativa dove ha trascorso ancora un mese e una volta tornato a casa ha avuto bisogno della fisioterapia. Ha impiegato quasi un anno per riprendersi completamente e tornare a lavorare. Considera la sua guarigione un miracolo. Ora non solo ringrazia chi lo ha curato 24 ore su 24, ma soprattutto si pente di ciò che ha fatto a se stesso, alla moglie e alla sua famiglia. I medici che hanno firmato il rapporto invitano a includere il Fentanyl negli screening di ruotine delle urine.
LA PRIMA DOSE ITALIANA
In Umbria è stata l'Unità di strada della Usl a far scattare l'allarme dopo aver sospettato che una dose contenesse proprio Fentanyl. Dopo la prima analisi la sostanza stupefacente è stata consegnata al Dipartimento di Medicina dell'Università di Perugia per ulteriori approfondimenti e da qui inviata all'Istituto Superiore di Sanità. Eseguite le verifiche il Sistema nazionale di allerta rapida per le droghe (News-D) coordinato dal Dipartimento per le politiche antidroga (Dpa) ha diffuso l'allerta per la reale presenza del Fentanyl. È la prima volta che accade in Italia. In accordo con il sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio dei Ministri, Alfredo Mantovano, è stato attivato il Piano nazionale di prevenzione contro l'uso improprio di Fentanyl e di altri oppioidi sintetici che prevede l'invio dell'allerta a tutte le forze di polizia e a tutte le amministrazioni competenti affinché sia rafforzata la rete di monitoraggio territoriale e aumentata l'attenzione in tutti i settori potenzialmente esposti.
L'ALLARME NAZIONALE
Il Sistema nazionale di allerta rapida per le droghe, istituito nel 2009 dal Dpa e gestito operativamente con l'Istituto Superiore della Sanità, opera con la collaborazione della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga, di una rete di laboratori di polizia scientifica e tossicologia clinico-forense, nonché di centri antiveleno, in fase di rafforzamento e in grado di individuare tempestivamente su tutto il territorio italiano fenomeni potenzialmente pericolosi per la salute pubblica correlati alla comparsa di nuove sostanze psicoattive e alle nuove modalità di consumo di sostanze stupefacenti classiche, proprio come accaduto per il Fentenyl.

Giuseppe Silvestri, caporedattore web nell'ufficio di direzione. Ascolano, classe '67, ha iniziato a scrivere per i quotidiani a 17 anni. Al Gruppo Corriere dal 1995. Dopo esperienze in tutti i settor...