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Dossier, inchiesta sugli accessi illegali. La strada porta verso l'alto

raffaele cantone

Alla grande il Procuratore di Perugia, Cantone, in commissione antimafia. Non ha indugiato sulla trama dei dossier e ha tirato fuori davanti alla presidente Chiara Colosimo e ai membri della commissione tutto ciò che poteva dire su un vero e proprio scandalo. Ma resta un ma, come si diceva un tempo, rilanciato da Luigi Bisignani - che le cose le conosce - all'Aria che Tira, la trasmissione in onda al mattina su La7. Il giornalista e manager ha lanciato per aria una domanda che aspetta di atterrare per la risposta. Le indagini illecite che sono venute alla luce - e per la maggior parte contro esponenti del centrodestra e alla vigilia della formazione del governo Meloni - non hanno scatenato come succede di solito il cosiddetto giornalismo d'inchiesta. Dice Bisignani: possibile che stavolta non ci sia neanche una foto in circolazione di Pasquale Striano, il luogotenente che ha "fascicolato" una marea di gente, inclusi sportivi e uomini e donne di successo dello spettacolo?
Nessuno è andato a piazzare sotto casa sua una telecamera, uno smartphone o un semplice taccuino per raccoglierne qualche confidenza. Tutti fermi: Striano serve quando passa le "dritte", guai a chiedergli chi gli ordinava quei servigi un tanto al chilo da passare ai giornalisti amici (e rossi). Diventa fondatissimo quindi il dubbio seminato da Bisignani, è ovvio che quel signore in divisa da finanziere gode di protezioni importanti; se sei la fonte di tantissimi giornalisti, chi ti può toccare? Chi si azzarda a rischiare di finire sulle prime pagine? Bisignani, che ha conosciuto i viottoli dell'informazione attraverso prestigiose testate, di recente ha anche scritto con Paolo Madron un libro, che pare abbia fatto arrabbiare la Meloni (che ha fatto male, perché conta la sostanza delle cose che possono essere utili anche alla premier. Ma ognuno la pensa giustamente come vuole). Il volume, "i potenti al tempo di Giorgia" , già nel mese di maggio del 2023 rivelava l'esistenza di una maxi inchiesta su intercettazioni illegali. E su questo dettaglio esplode la bomba in tv: Bisignani fa intendere al conduttore che si trattava dell'inchiesta sul luogotenente della Guardia di Finanza Pasquale Striano e il sistema di accessi illegali sui dati di politici e vip. "Mi faccio una domanda" esordisce l'autore del libro e se ci fosse stato Madron sarebbe stata la stessa cosa, "come mai Striano che è sotto inchiesta dalla scorsa estate, resta assolutamente invisibile? Non ne esiste una foto, nessuna troupe lo ha inseguito sotto casa, non ha ricevuto neanche mezzo tapiro, sui giornali non è stato fatto il solito articolo 'la ragnatela di Striano' con un'infografica che racconta tutti i suoi contatti? Come mai questo signore è intoccabile? È chiaro che è coperto da qualcuno". Maggio 2023, perché si scopre (quasi) tutto solo adesso? Bisignani dà una spiegazione in proposito: "Cade in un momento drammatico nell'intelligence: è appena finito uno scontro sulla nomina del procuratore generale di Roma che è quello che autorizza le intercettazioni. Il timing non è casuale: sono in ballo le nomine al vertice dei servizi segreti. E queste informazioni arrivano proprio dai servizi, sono loro che stanno muovendo le acque. Ma tanto questa inchiesta, come altre nel passato, finirà in una bolla di sapone" , è l'amara previsione del giornalista. Ma sarebbe davvero inaccettabile. Cantone ha in mano dossier che possono portare a responsabilità altissime ed è evidente che un magistrato di tal fatta non può nascondere nulla. E se le previsioni di Bisignani hanno fondamento, saranno in molti a dovere temere i razzi giudiziari provenienti da Perugia. È stato detto da molti, anche se non da tutti, che in gioco è la democrazia italiana. Nelle carte di Striano sono passate anche le bufale che si volevano attribuire alla Lega gli inesistenti finanziamenti russi. E non ha torto Matteo Salvini quando chiede di andare fino in fondo. Anzi, fino in alto, probabilmente, perché queste trame non possono essere come le figlie di nessuno. Le manovre sotterranee ci sono sempre state in questo Paese e ogni volta si è tentato - spesso con successo - di portare allo scoperto i responsabili di strategie create per distruggere la reputazione degli avversari. È il tempo di tirare fuori la verità. Chi è andato a frugare su centinaia di persone contro le quali non c'era nulla da tirar fuori si dovrà vergognare e pagare dazio.