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Per la Schlein il Pd è già una zavorra messa a nudo dagli applausi del prof. Orsini

Elly Schlein Elly Schlein

Oggettivamente, il professor Alessandro Orsini non ha fatto un gran favore ad Elly Schlein. L'entusiastico grazie del professore più putiniano d'Italia per il no all'uso delle armi in favore dell'Ucraina attraverso i fondi del Pnrr ha fatto più rumore a Roma che a Kiev e messo in difficoltà chi nel Pd ci sta male. Nel momento in cui al Nazareno non sanno come rimediare al pasticcio dell'Europarlamento con i deputati Pd divisi in tre posizioni diverse tra loro sulla guerra in corso, gli applausi di Orsini non hanno aiutato la segretaria del partito nella ricerca di una linea politica finalmente chiara. Anzi, quel tweet del professore è una secchiata d'acqua bollente persino sulla rissa permanente tra piddini e Cinque stelle, con Giuseppe Conte che soffia di suo sul fuoco della guerra per mettere sempre più in difficoltà l'alleata-avversaria. Non c'è dubbio che di qui alle elezioni europee, cucinate col proporzionale, ne vedremo di cotte e di crude. E il conflitto russo-ucraina sarà il detonatore che farà esplodere definitivamente qualunque progetto di alleanza a sinistra con questi protagonisti abbastanza sciagurati. Un tweet ? al tempo del pensiero debole ? può uccidere un progetto politico. E quello di Orsini ha fatto più danni della grandine. Perché ha ? chissà quanto volontariamente o meno ? messo a nudo l'inconsistenza politica del "nuovo" Pd. Scatenando non pochi rancori. Ha gioco facile il nuovo acquisto renziano, Enrico Borghi, a ridicolizzare brutalmente il suo ex partito: "Elly Schlein, la segretaria di quello che (fu) il Pd, il partito più saldamente euroatlantico, riceve il plauso di Alessandro Orsini. Sipario. Post scriptum. Al prossimo che mi chiede perché ho lasciato il "nuovo Pd", farò leggere questo post". Ma alla Schlein probabilmente interesserà poco anche questo sfottò a mezzo social. Perché ormai la "leader" ha deciso per una strada piena di buche e di insidie, e il partito è sempre più una zavorra per le politiche che intende portare avanti.