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Ministro Alessandra Locatelli: "Disabilità e inclusione. G7 in Umbria per fare un salto di qualità"

Intervista al ministro Alessandra Locatelli sull’appuntamento che ad ottobre coinvolgerà l’Italia e altri 6 grandi Paesi

alessandra locatelli Il direttore del Corriere dell'Umbria, Sergio Casagrande insieme al ministro per le Disabilità Aless

Il primo G7 al mondo dedicato alle disabilità e all'inclusione si svolgerà in Umbria il 14, 15 e 16 ottobre prossimi. I ministri con deleghe specifiche e i funzionari di Usa, Canada, Giappone, Regno Unito, Francia e Germania saranno ospiti dell'Italia per discutere del diritto di ogni persona a partecipare alla vita civile, sociale e politica. Anche se la fase organizzativa è ancora in corso (c'è da stendere il programma e ci sono da scegliere i luoghi - si parla di Assisi, ma potrebbe essere coinvolta anche a Perugia e non solo) abbiamo posto alcune domande alla promotrice dell'evento, Alessandra Locatelli, ministro per le Disabilità che per la sua realizzazione sta lavorando a stretto contatto con la premier Giorgia Meloni.
- Ministro, come nasce l'idea di un G7 sulle disabilità? E con quale scopo? L'idea di un G7 sulle disabilità nasce dalla necessità di affrontare il tema dell'inclusione non solo nel nostro Paese, ma in tutti i Paesi che stanno lavorando per cambiare il modo in cui guardiamo il mondo delle disabilità. È un tema di grande attualità e rappresenta un'importante opportunità, poiché finora ci sono stati solo incontri tecnici. Questa è la prima volta a livello mondiale in cui i Paesi economicamente più forti si riuniscono per parlare di persone, inclusione, accessibilità, autonomia e di come migliorare la vita delle persone con disabilità e delle loro famiglie.
- Perché ha proposto proprio l'Umbria come luogo d'incontro per un evento del genere? L'Umbria è stata scelta come luogo d'incontro per questo evento perché rappresenta un contesto particolare per il nostro Paese. È una regione che negli anni non era stata ancora coinvolta da questo tipo di eventi, è il cuore verde d'Italia ed è una regione conosciuta a livello mondiale per la sua straordinaria capacità di evocare il tema della pace e dell'accoglienza. Il G7 Disabilità e Inclusione deve essere un momento di incontro e confronto, aperto a tutti e che rappresenti in modo concreto agli occhi del mondo il tema dell'inclusione.
- Come sarà organizzato il G7? Ci saranno dibattiti e tavoli di confronto esclusivamente istituzionali? Il 16 ottobre ci sarà la riunione ministeriale riservata solo ai ministri dei Paesi G7 e a quelli invitati
speciali. Il 15, invece, ci sarà la giornata preparatoria mentre il primo giorno, il 14 ottobre, sarà la giornata dell'accoglienza aperta a tutti. Vogliamo che il G7 dimostri l'importanza dell'inclusione in questa giornata e anche in tanti altri momenti che caratterizzeranno l'evento intero.
- Qual è l'obiettivo che si augura di ottenere? Il nostro obiettivo è far conoscere agli altri Paesi il modo in cui l'Italia affronta il tema, anche grazie al grande lavoro delle realtà associative e degli enti del Terzo Settore che collaborano con le istituzioni per creare percorsi preziosi nella vita delle persone con disabilità e delle loro famiglie. Vogliamo anche favorire uno scambio proficuo di buone pratiche tra i diversi Paesi e dimostrare che tutti siamo convinti del valore e delle competenze di ogni persona sulle quali intendiamo investire.
- Quali sono le principali problematiche che ancora impediscono alla società di ritenere ottenuta o quantomeno possibile una piena inclusione? Non bastano i fondi e le leggi: è necessario che a
tutti i livelli istituzionali si condivida un modo di agire volto ad includere le persone. Questo significa progettare servizi, erogarli in modo accessibile e universale e creare un ambiente che si adatti alle
persone, anziché far adattare le persone all'ambiente. Serve un salto di qualità da parte di tutti e a tutti i livelli istituzionali, del mondo privato e dei singoli cittadini, per vedere negli altri un punto di forza.
- Le difficoltà delle persone con disabilità sono più aggravate da una scarsa attenzione da parte delle istituzioni o da una mancanza di sensibilità della società? E cosa possono fare sia le istituzioni che i singoli cittadini per migliorare l'inclusione? Le difficoltà che vivono quotidianamente le persone con disabilità sono legate spesso anche al peso burocratico degli adempimenti . È importante invertire l'ordine delle priorità, semplificare le procedure burocratiche e facilitare l'accesso ai servizi e alle misure richieste, concentrandosi non solo sulle cure e sull'assistenza, ma anche sugli aspetti sociali e relazionali della vita quotidiana delle persone. Inclusione significa garantire una vita piena, gratificante e liberamente scelta dal punto di vista sociale, relazionale, ricreativo e il diritto di tutti
di essere felici. Sia le istituzioni che i singoli cittadini possono e devono fare la loro parte per promuovere un cambiamento positivo. Le istituzioni devono garantire l'applicazione e il monitoraggio efficace delle norme, assicurando che i progetti e i programmi siano implementati correttamente in tutto il Paese. I singoli cittadini possono contribuire attraverso un nuovo sguardo, promuovendo l'accettazione e l'inclusione di ogni persona. È importante che tutti, in qualsiasi ruolo, inizino a ragionare diversamente: nei servizi, nelle attività, nella progettazione, se si fa qualcosa si deve fare per tutti.
- Oggi, secondo lei, c'è almeno una realtà italiana e c'è un Paese straniero che andrebbero presi d'esempio? E perché? Penso che ogni Paese abbia i suoi punti di forza e le sue difficoltà. In Italia abbiamo fatto progressi significativi nell'inclusione scolastica e lavorativa anche se abbiamo ancora molto da fare e norme da migliorare, e con la riforma sulla disabilità cambieremo finalmente la prospettiva mettendo al centro la persona. Le associazioni e gli enti del Terzo Settore che lavorano insieme alle istituzioni per soddisfare i bisogni delle persone con disabilità e delle loro famiglie sono certamente un nostro punto di forza. Tuttavia, affrontiamo ancora difficoltà nell'applicare e attivare progetti, azioni e servizi in modo efficace e omogeneo su tutto il territorio nazionale. I Paesi nordici, per esempio, sono all'avanguardia nell'accessibilità universale, in particolare rispetto all'eliminazione delle barriere architettoniche, ma in molti hanno ancora le classi separate e, dunque, il tema dell'inclusione non è compreso e sviluppato in maniera concreta. Il dialogo e il confronto sono certamente, a mio avviso, il nostro vero punto di forza e lo dimostreremo anche in occasione del prossimo G7.

ministro locatelli
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Sergio Casagrande inizia l'attività giornalistica all'età di 14 anni, nel 1981, come collaboratore de Il Tempo e della Gazzetta di Foligno. E' stato il più giovane pubblicista (1985), il più giov...